Banana OIl "behind the blues" a FESTAREGGIO Bar Centrale (RE) - 17 settembre |
(clicca sulla foto per ascoltare il demo)
MARCO Teddy Bear SFORZA: voce, rhodes, hammond
FRANCESCO Django PUGNETTI: chitarre
LORENZO slow fingers BELLINI: basso
ANGELO coeffe shop RUOZI: batteria
Un viaggio dietro al blues e a tutte le sue influenze.
Da Nat King Cole, tra John Hyatt e JJ Cale,
passando per Steevie Ray Vaughan, Albert Collins, Creedence Clerwater Revival,
Elvis Presley, Bob Dylan...
Quell’eterno ‘giro’ che fa da spina
dorsale. E le infinite variazioni sul tema infinitamente diverse. E’ per
questo cheil blues non muore. E’ sempre uguale e sempre personale.
Personale di chi suona e personale di chi ascolta. E’ malinconico il
blues ma non puoi fare a meno di muoverti. Di battere il tempo
ritmandolo con una gamba o schiaffandoci sopra una mano segnata da mille
episodi. E’ malinconia in movimento che, se ci pensate, è la quadratura
del cerchio,gli opposti che si toccano, il big bang finale. Lo puoi
suonare da soloo con un gruppo. Lo puoi ascoltare da solo o in
compagnia. Quando più strumenti suonano insieme è come se ognuno fosse
un ‘a solo’. Puoi ascoltarlo quando sei fatto o puoi tenerlo come
sottofondo di una scrittura lucida. E’ tutto il blues. E’ il mondo con
tutte le sue mille contraddizioni ma tenuto insieme che sembra quasi che
valga la pena. E’ fecondo il Blues, spermatozoi potenti. Ha fecondato
un sacco di roba di successo tenendosi in seconda fila e rinunciando
alle prebende. La strada portata sul palcoscenico e non viceversa. Non è
roba da poco, nonè per niente roba da poco. Quasi un insegnamento per
vite che si perdono. Portare la strada sul palcoscenico e non il
palcoscenico in strada. Cambia tutto. E’ blues.
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